Rimpianto
L’emozione di questa settimana è rimpianto.
Sto provando dolore perché credo che oggi starei meglio se avessi avuto il coraggio di agire diversamente in passato.
COSA CI SPINGE A FARE?
Il rimpianto è il pensiero di: “se solo avessi…” o “avrei dovuto…” che ci fa riflettere su occasioni o scelte che abbiamo perso.
Questo ci aiuta a prendere decisioni migliori in futuro.
Ad esempio, il rimpianto di non aver studiato abbastanza per un esame che è andato male, ci spinge a gestire meglio le nostre priorità e magari a scegliere di ripassare gli argomenti già fatti tutte le volte che ne studiamo di nuovi.
LA STORIA DI ALESSIO
In una vivace città, c’era un giovane di nome Alessio con la passione per la pittura. Adorava esplorare i quartieri della città alla ricerca di ispirazione per i suoi quadri. Un giorno, mentre passeggiava, vide una galleria d’arte locale che cercava nuovi artisti per esporre le loro opere.
Alessio aveva sempre sognato di vedere i suoi dipinti appesi in una galleria, ma l’idea di esporre il suo lavoro lo intimoriva. Aveva paura del giudizio degli altri e temeva che i suoi quadri non fossero abbastanza buoni. Così, decise di non chiedere nulla e continuò per la sua strada. I giorni seguenti il rimorso di non aver chiesto se potevano essere interessati ad esporre i suoi quadri continuava a tormentarlo e non lo lasciava concentrare sui nuovi dipinti. Infatti il rimpianto può ostacolare la creatività perché la preoccupazione sulle scelte passate può generare timori nel tentare nuove strade.
Decise quindi di andare a chiedere ma ormai per quell’anno avevano già fissato tutte le esposizioni e non c’era più possibilità di partecipare.
Col passare del tempo, Alessio riuscì a lasciarsi il rimpianto alle spalle e ritrovò la sua vena artistica. Un giorno, un amico lo portò in una mostra d’arte locale, dove vide che alcuni dei suoi quadri erano esposti. Scoprì che il suo amico aveva inviato le sue opere senza dirglielo, e Alessio si ritrovò circondato da persone che ammiravano i suoi dipinti.
Quella esperienza gli fece capire quanto aveva perso rinunciando all’opportunità della galleria d’arte. Il suo rimpianto del passato ritornò ma questa volta trasformato in una forte spinta creativa. Decise di mostrare il suo lavoro più spesso e di non permettere più al timore del giudizio altrui di impedirgli di condividere il suo lavoro con il mondo.
La storia di Alessio ci insegna che preoccuparci di cosa potremmo rimpiangere in futuro può bloccarci, ma solo se crediamo che non ci saranno altre opportunità. Invece, se crediamo che la vita ci darà altre possibilità, allora il pensiero del rimpianto ci motiva a fare sempre meglio per poter sfruttare a pieno la nuova occasione.
L’UTILITà EVOLUTIVA DEL RIMPIANTO
Immagina una tribù preistorica che viveva in una foresta. I membri dovevano cercare cibo e costruirsi rifugi solidi per proteggersi dagli animali e dal freddo. Riuscire a raccogliere abbastanza cibo o costruire un rifugio resistente, faceva la differenza fra la vita e la morte.
Un giorno uno di loro costruì una piccola capanna per ripararsi dalla pioggia e dal freddo, ma scelse di farla in uno spazio aperto ed esposto ai venti. Inoltre scelse dei materiali deboli e la capanna non resse alle intemperie. La capanna si rovinò, e oltre a lasciarlo al freddo permise a degli animali di rubargli il cibo che aveva con sé. Marco si sentì molto triste perché aveva speso tanto tempo e fatica per costruirla.
Questo sentimento di rimpianto lo fece riflettere su cosa fare di diverso la prossima volta.
Lo spinse a imparare di più sulla costruzione e sui materiali migliori. La prossima volta che costruì una capanna, scelse legno più forte, pietre solide e la costruì tra gli alberi.
Questa volta la capanna resistette bene alle intemperie rendendolo davvero orgoglioso ed inoltre i suoi viveri restarono al sicuro.
Il rimorso lo aveva aiutato a sopravvivere e vivere meglio in un mondo difficile come quello.
APPROFONDIAMO
Il termine “rimpianto” deriva dal latino “planctus” che vuol dire “addolorarsi” con l’aggiunta dei prefissi “re-” e “-in”, che indicano il “ritorno a una fase anteriore”.
Quindi letteralmente “ritornare a piangere“ o “addolorarsi rivolgendosi al passato”.
In latino il termine “planctus”, dalla radice indo-europea “plak-” che vuol dire “colpire“, era usato per indicare il “colpirsi il petto, nel dolore o nel lutto”.
Il rimpianto è quindi il dolore per una mancanza; un ricordo nostalgico e dolente di persone o cose perdute, o di occasioni mancate. È sentire che potevamo fare qualcosa di bello ma non l’abbiamo fatto. È volere poter tornare indietro nel tempo e fare qualcosa in modo diverso perché crediamo che in questo modo oggi staremmo meglio.
Avere dei rimpianti nella vita è comune, perché riguarda cose che non sono successe, e che dopo qualche anno, tornano a farsi sentire come qualcosa che invece andava fatto.
- “Se solo avessi fatto…”
- “Se non avessi fatto in quel modo…”
- “Se avessi fatto diversamente…”
Ma se continuiamo a vivere rivolti al passato, restiamo fermi e non ci godiamo a pieno il presente. La vita comincerà a sembrare sempre uguale, senza novità, e questo ci porterà frustrazione e tristezza.
Inoltre il rimpianto vive nell’eterno dubbio di ciò che poteva essere e non è stato. Pensiamo che se avessimo agito in un certo modo le cose sarebbero andate diversamente, ma non possiamo saperlo con certezza.
Possiamo provare rimorso per tante cose differenti:
- il rimpianto di non aver frequentato l’università in gioventù
- il rimpianto di “essersi lasciata scappare” una offerta al supermercato
- il rimpianto di aver scelto un lavoro piuttosto che un altro
- il rimpianto di aver lasciato un partner che in seguito si è rivelato migliore dell’attuale.
Ma il rimpianto che la maggior parte delle persone sul letto di morte riportava era:
- Avrei voluto avere il coraggio di rischiare di più
- Avrei voluto essere rimasto in contatto con i miei amici.
Quindi il nostro desiderio di crescita e di relazionarci con gli altri.
Il rimorso non è solo un’emozione che ci aiuta ad apprendere dai nostri errori ma è anche una spinta a cogliere l’attimo (“Carpe Diem”).
Come affrontare il rimpianto?
La cosa importante da capire è che non possiamo cambiare il passato per avere un presente migliore. Quindi, quando iniziamo a pensare “Se solo avessi fatto diversamente”, cambiamo subito la frase in questo modo: “Se solo avessi il coraggio di prendere responsabilità per quello che sta accadendo nella mia vita”.
Prendersi la responsabilità di fare qualcosa oggi è la lezione che dobbiamo apprendere dal rimorso. Lo rinforza anche la considerazione che rimpiangiamo di più le cose non fatte, rispetto alle cose che potevano essere fatte in modo diverso.
Le persone che agiscono e che, proprio per questo, sono abituate a considerare di più le conseguenze future, sperimentano meno rimpianti.
Inoltre, il rimpianto può aiutarci a identificare i nostri valori e priorità. Ciò che rimpiangiamo spesso riflette ciò che consideriamo importante nella vita.
Il rimpianto prolungato può erodere la fiducia in noi stessi, portandoci a dubitare delle nostre capacità. Ma se lo gestiamo bene ci aiuta a rafforzare la nostra resilienza e ci rende consapevoli che abbiamo le capacità di affrontare sfide future.
La prossima settimana troverete una nuova emozione. Non ci si annoia mai!
Per oggi è tutto.
A presto e alla prossima.