Malinconia
L’emozione di questa settimana è malinconia.
Mi sto sentendo disinteressato e triste per quello che succede perché so che non sarà mai così bello come il mondo che creo nella mia mente.
COSA CI SPINGE A FARE?
La malinconia è un sentimento di vaga tristezza, svogliatezza, disinteresse e voglia di stare da soli che ci viene dalla convinzione che il mondo in cui viviamo non sarà mai così bello come quello nella nostra immaginazione.
Questo può spingerci a riflettere sulle differenze tra la realtà che stiamo vivendo e quella del nostro mondo di fantasia e può darci l’ispirazione necessaria per uscire dalla malinconia ed entrare nella speranza e nella curiosità dove troveremo rinnovate energie per affrontare le sfide presenti con nuove soluzioni ai problemi che incontriamo.
LA STORIA DI SARA
Sara, una giovane artista, si trovava nella sua stanza di fronte al cavalletto, con il pennello tra le dita e la tela bianca di fronte a sé. Quella mattina, nonostante il sole splendesse e dalle finestre aperte entrasse una brezza di fiori d’arancio che a lei piacevano tantissimo, Sara si sentiva avvolta da una strana malinconia. Si sentiva vagamente triste e svogliata. Non aveva fatto colazione e aveva detto agli amici di non volere uscire. Aveva staccato il telefono per concentrarsi sul suo lavoro ma erano passate ore e la tela era ancora bianca.
La sua mente vagava, immergendosi in un mondo di sogni e desideri non realizzati, mentre il presente le sembrava vuoto e grigio. Non riusciva, non trovava la voglia di trasportare le immagini del suo mondo di fantasia sulla tela davanti a lei.
Finalmente si decise a dare qualche colpo di pennello ma con un senso di frustrazione crescente, le pennellate che avrebbero dovuto essere fluide e piene di vita sembravano invece rigide e senza anima.
La malinconia le rendeva difficile concentrarsi sul suo lavoro e le faceva desiderare di ritirarsi nel suo mondo di fantasia, lontano dalla realtà del momento presente.
Tuttavia, man mano che dipingeva, Sara sentiva che la sua malinconia si trasformava in qualcosa di più leggero, una sorta di bellezza malinconica che risuonava con la sua anima artistica. Le immagini che le affollavano la mente, avevano preso un potere creativo che non poteva ignorare. Lentamente, cominciò a trasferire quelle immagini sulla tela, dando forma alla sua malinconia attraverso colori e forme.
Alla fine, quando ebbe finito il dipinto, guardò la tela con un misto di tristezza e soddisfazione. Aveva catturato l’essenza della sua malinconia e trasformato la sua energia in qualcosa di bello e tangibile.
Nulla di ciò che avviene nella vita è totalmente negativo. Anche se la malinconia ti porta tristezza e indolenza, può essere un momento per vedere la realtà sotto un’altro punto di vista e addirittura la scintilla che può far scattare in noi la forza per poter reagire.
L’UTILITà EVOLUTIVA DELLA MALINCONIA
Immagina un antico villaggio circondato da montagne e boschi. Un giorno, dopo una lunga e abbondante stagione di piogge, un’enorme frana blocca la principale via di accesso al villaggio, isolando gli abitanti dal resto del mondo. Inizialmente, tutti gli abitanti sono presi dalla preoccupazione e dalla frenesia, cercando di riparare in fretta ai danni e trovare una soluzione rapida alla situazione. Incominciano a correre di qua e di là e a fare tante cose ma senza un piano preciso tutta questa fretta porta solo a peggiorare la situazione.
Tuttavia, c’è un anziano del villaggio, chiamato Nonno Pietro, che si ritira in un angolo tranquillo e si mette a guardare il cielo. I suoi occhi diventano velati da una vaga tristezza mentre osserva le nuvole che si librano sopra le cime delle montagne. Non sente né le energie né la voglia di darsi da fare e si siede pensando al villaggio della sua fantasia in cui la vita scorre senza problemi ed i suoi abitanti possono andare a raccogliere i frutti nelle valli circostanti passando attraverso le rocce, come se fossero degli spiriti.
La malinconia gli ha permesso di isolarsi dalla confusione e di prendersi del tempo per riflettere. Inoltre il fantasticare della malinconia ha piantato un seme di creatività. Passata qualche ora la malinconia ha fatto il suo lavoro e lascia il posto alla speranza e alla creatività per affrontare la situazione.
Nonno Pietro si alza e si avvicina al consiglio del villaggio con una nuova idea. Propone di scavare un tunnel attraverso le montagne per raggiungere il villaggio dall’altro lato, aprendo così una nuova via di accesso. Inizialmente, gli altri abitanti del villaggio sono scettici, ma vedono che Nonno Pietro ha un piano ben pensato e decidono di seguirlo.
Grazie alla malinconia che ha portato alla riflessione e alla creatività di Nonno Pietro, il villaggio riesce a superare l’isolamento e a trovare una soluzione duratura al problema della frana.
Questa storia descrive perfettamente come la malinconia possa aver aiutato gli uomini preistorici a superare le difficoltà portandoli da azioni scoordinate alla tranquillità e alla riflessione per la ricerca di soluzioni più ponderate anziché alla frenesia e alla confusione. La malinconia permette di prendersi il tempo necessario per valutare la situazione e pianificare le azioni future in modo più strategico.
APPROFONDIAMO
Il termine “malinconia” deriva dal latino “melancholia”, che a sua volta trae origine dal greco “mèlanos” nero e “cholè” bile. La bile nera nell’antica medicina greca era uno dei quattro umori fondamentali della Teoria degli umori di Ippocrate.
Gli antichi Greci, da Ippocrate in poi, ritenevano infatti che gli “ “stati d’animo” e, di conseguenza, i loro comportamenti, fossero frutto della combinazione di quattro umori base:
Nero → la bile nera,
Giallo → la bile gialla,
Blu → la flegma,
Rosso → il sangue.
Per loro un eccesso di bile nera generava nelle persone debolezza, pallore, tristezza, poco appetito e quindi magrezza e spossatezza.
Quindi la melanconia è rappresentata da una persona che è silenziosa, sembra senza energia e preferisce stare da sola anziché partecipare alla vita quotidiana. Si sente triste e perde interesse per quello che sta accadendo e per quello che potrebbe succedere in futuro, perché si è rassegnata all’idea che la vita reale non sarà mai così bella come i suoi pensieri. È una persona dal passo perso e vago, senza una direzione precisa e quasi senza meta. Una persona dalle spalle basse e dal portamento non sicuro, non trasandato, ma che si lascia andare e vive con rassegnazione perché non trova ragioni per continuare. Uno sguardo passivo che non si meraviglia di ciò che lo circonda e che reagisce poco agli stimoli della vita. Che ha sul volto un sorriso un pò cadente.
Chi è triste, preoccupato o nostalgico sa perché lo è ma chi è melanconico non sa spiegare il perché della vaga tristezza e del suo sorriso un pò cadente.
Non ha un vero motivo per essere triste ma la realtà che vive non è come quella della sua fantasia e preferisce chiudersi in se stesso e nelle sue fantasie invece di provare a ritrovarle nella realtà che sta vivendo.
La malinconia è come una forma accentuata di nostalgia. Quando siamo malinconici, sentiamo che il mondo in cui vorremmo vivere è un luogo lontano, inafferrabile.
La malinconia è come il desiderio, in fondo all’anima, di qualcosa che non si ha mai avuto, ma di cui si sente dolorosamente la mancanza.
La malinconia è una sensazione difficile da afferrare che nasce dalle fantasie su un amore mai vissuto o un sogno rimasto nel cassetto.
La malinconia è fare qualcosa nel presente ma non trovare piacere perché siamo convinti che quella nella nostra immaginazione è sempre migliore.
Immagina di andare al parco con i tuoi amici. Anche se il sole splende e c’è tanto da fare, non riesci a divertirti. Ti senti triste e senza energia. Preferisci startene da solo anziché giocare con gli altri. Ti sembra che nulla possa essere così bello come giocare nella tua mente, immaginando avventure fantastiche. Anche se sei fisicamente presente, la tua mente è altrove, immersa nei tuoi pensieri, e non riesci a trovare gioia nel momento presente.
In questo esempio, nonostante le circostanze piacevoli la malinconia ti porta a sentirti triste e senza energia. E questo stato d’animo ti porta porta a preferire la solitudine anziché partecipare alle attività con gli altri. La ragione dietro questa tristezza è il confronto tra la realtà del momento e la fantasia della propria mente. È crede che la propria immaginazione offra esperienze più soddisfacenti e piacevoli rispetto alla realtà e quindi ci si ritira in se stessi, trovando difficoltà nel trovare gioia nel presente.
Quando compare la malinconia?
La malinconia può assalirci di fronte ai cambiamenti. In questo caso, vediamo con rassegnazione e tristezza che sta per finire un momento divertente o piacevole. Ad esempio, quando finisce la domenica pomeriggio.
La malinconia può essere provocata da ricordi del passato, da desideri non realizzati o dalla consapevolezza di non poter mai raggiungere certi ideali.
È come una coperta grigia che avvolge l’anima, rendendo tutto intorno meno luminoso e meno vivido. È una sorta di tristezza profonda che si insinua nell’animo, facendoci sentire distanti dal mondo reale e avvolti da una sorta di malinconico abbandono.
La malinconia è come una coperta grigia che avvolge i nostri pensieri e il nostro cuore quando ci sentiamo tristi e un po’ distanti dalla felicità. È come se guardassimo il mondo intorno a noi e sentissimo che manca qualcosa, che non è esattamente come vorremmo che fosse. È come se ci trovassimo in un luogo che non è il nostro vero posto, e questa sensazione ci fa sentire un po’ soli e tristi dentro.
Può manifestarsi attraverso una mancanza di interesse per le attività quotidiane, una tendenza a isolarsi dagli altri e una sensazione di vuoto interiore. È accompagnata da una sorta di rassegnazione e apatia verso ciò che accade intorno.
Tuttavia, la malinconia può anche essere una fonte di ispirazione, spingendoci a riflettere sul significato della vita e sulle nostre aspirazioni più profonde. Le esperienze malinconiche possono spingere le persone a cercare significato e scopo nella vita, spingendole a perseguire nuove opportunità e a fare cambiamenti positivi per migliorare il loro benessere emotivo complessivo.
La malinconia può influenzare negativamente le relazioni con gli altri, poiché la persona può trasmettere un’aura di tristezza o distacco che può essere percepita dagli altri come sfidante o difficile da affrontare. Le persone affette da malinconia possono tendere a isolarsi dagli altri e ritirarsi in se stesse, riducendo le interazioni sociali e il supporto emotivo. Puoi essere malinconico a momenti o per interi giorni. Ma questo stato d’animo può essere utile quando favorisce l’introspezione e stimola a rivolgere lo sguardo verso il mondo interiore. Se accogli questo sentimento senza spaventarti puoi raggiungere una conoscenza più profonda di te stesso e delle tue emozioni.
La malinconia può portare a un persistente senso di tristezza che influisce sul benessere emotivo complessivo della persona. La malinconia può interferire con la concentrazione e la memoria, poiché la persona può essere distratta dai pensieri o dai ricordi tristi, riducendo la capacità di focalizzarsi su compiti o attività quotidiane.
Ma sotto l’effetto della malinconia si è portati a sospendere la frenesia quotidiana e ad affrontare le normali attività con un ritmo più lento. Come la natura ha i propri cicli di attività e stasi, così anche la psiche: e allora la malinconia – lungi dall’essere un sentimento negativo – crea una nuova nascita interiore.
Questa nascita interiore è alla base della cosiddetta “malinconia romantica”.
Si tratta dello spleen, un termine coniato dal poeta simbolista Charles Baudelaire. Si realizza quando la malinconia si traduce in una fertile produzione artistica che dà sbocco alla sofferenza trasformandola in creatività. Solo se non viene scacciata subito, la malinconia può liberare questa energia ispiratrice.
Alcune ricerche suggeriscono che la malinconia possa essere correlata a un aumento della creatività. Le persone inclini alla malinconia possono avere una sensibilità più profonda verso le esperienze umane e un’abilità superiore nel comunicare emozioni complesse attraverso l’arte, la scrittura o altre forme creative.
Si potrebbe definire come il desiderio, in fondo all’anima, di una cosa, di una persona mai conosciuta o di un amore che non si è mai avuto, ma di cui si sente dolorosamente la mancanza o per raggiungere il quale non ci si sente all’altezza (come il sehnsucht romantico).
In ogni età della vita, certo, ma in particolare in quella contrassegnata dai crepuscoli, può nascere improvvisa la consapevolezza (l’intuizione) della precarietà e dell’inadeguatezza delle nostre azioni e dei nostri progetti; nasce allora la malinconia, che può essere anche creativa (come l’ha descritta G. Leopardi nello Zibaldone), che certo toglie smalto alle cose e ai paesaggi interiori, facendoci nondimeno recuperare, a volte, valori e riflessioni che non sarebbero altrimenti emersi.
Potremmo organizzare feste malinconiche: niente più felicità ostentata, solo persone particolarmente vulnerabili e sincere sedute a confessare quanto sia difficile essere umani.
È attraverso la malinconia del tempo che passa, per esempio, che possiamo spingerci fino al confine con le domande tipo:
Da dove vengo e dove andrò?
Quanto ho dato e quanto ho ricevuto nella vita?
Sono stato all’altezza dei miei talenti?
In questo senso la malinconia è uno scatto fotografico che può anche apparire e scomparire nello spazio temporale di un lampo. Ma è un lampo che porta lontano. Per esempio, e qui la malinconia diventa una ferita, verso il lutto nostalgico, ciò che avremmo voluto fare ( o essere) e non siamo riusciti a realizzare.
La malinconia non è una tristezza qualsiasi: è come una piccola nuvola grigia nel cielo che copre la luce del sole e porta una “triste pioggia”, ma la pioggia può alimenta l’erba e dopo la pioggia i prati sono di nuovo verdi e rigogliosi.
Questa nuvola ti fa sentire un po’ giù, e anche un po’ stanco, come se non avessi molta voglia di fare altro. È come se la realtà intorno a te non fosse così bella come le storie fantastiche che ti immagini nella tua testa. Ecco perché ti senti un po’ triste e senza voglia di fare. Come scriveva Victor Hugo, “la malinconia è la felicità d’essere tristi”, una tristezza dal sorriso mesto, vereconda e senza strepiti, densa di riflessioni ben capaci di arricchire – quasi pioggia fertile che si alterni al sole della gioia.
Non siate malinconici perché tra una settimana troverete una nuova emozione!
Per oggi è tutto.
A presto e alla prossima.